Rassegna stampa 2020
Miccichè al timone di Ubi-Intesa - È Miccichè il traghettatore di Ubi in Intesa
Dopo le dimissioni di Massiah (che si darà alla... bici elettrica), Intesa ha scelto Miccichè per guidare Ubi alla fusione. Tante le partite aperte.
È Miccichè il traghettatore di Ubi in Intesa
L'ex presidente della Lega di Serie A è stato indicato da Messina. Aperti i temi delle partecipazioni della banca nell'aeroporto, in Brebemi e nella Fiera
"Con Ubi saremo vicini o prossimi alla prima banca europea". Parole di Carlo Messina, numero uno di Intesa Sanpaolo, pronunciate il 4 agosto in occasione della presentazione dell'analisi semestrale del bilancio dell'istituto. Risultati importanti (utile netto record di 2,57 miliardi, in crescita del 13,2 per cento rispetto al 2019; nel solo secondo trimestre l'utile è aumentato del 16,4 per cento), corredati da parole altrettanto importanti, le prime da "capo" anche di Ubi Banca, in procinto di essere incorporata. L'Offerta pubblica di acquisto e scambio (Opas) si è chiusa il 30 luglio scorso con il 90,2 per cento delle adesioni, un successo su tutta la linea per Messina, che ora ha invece di acquisto residuale obbligatoria: in sostanza, avendo ottenuto più del 90 per cento delle adesioni, Intesa è obbligata per legge anche ad acquistare le restanti azioni di Ubi. I soggetti detentori di titoli che non avevano aderito potranno ora o aderire ottenendo in cambio azioni Intesa e parte cash (0,57 euro ad azione) oppure solo denaro.
Se Messina è il vincitore, Victor Massiah è lo sconfitto. Dal 2008 al timone di Ubi, dopo aver presentato lunedì 3 agosto la semestrale dell'istituto (brillante, con un risultato in crescita del 38 per cento), Massiah ha anche annunciato le sue dimissioni immediate. Una decisione scontata, a maggior ragione dopo essersi strenuamente opposto all'operazione di Intesa, senza però riuscire nel suo intento di mettere i bastoni tra le ruote a Ca' de Sass. Dopo l'annuncio, dato nella conference call con gli analisti, l'ormai ex numero uno di Uni ha anche scritto una lettera di addio ai suoi colleghi. "Che la banca la più grande del Paese abbia sentito il forte bisogno di acquistare Ubi è in fondo testimonianza di come questa qualità fosse percepita anche e soprattutto all'esterno; ne dovere essere fieri - ha scritto Massiah -. Da qui in avanti saranno altri a indicare la direzione di marcia. [...] Ci hanno guidato le logiche imprenditoriali del lungo periodo coniugate con una estrema sensibilità ai valori che sono indispensabili a una comunità sociale ed economica: la dignità del lavoro, il rispetto degli altri, il rigore intellettuale, la meritocrazia, la trasparenza delle posizioni tenute, l'onestà. Chiunque si direbbe d'accordo su questi valori in linea teorica, la fatica è rispettarli veramente nelle attività di ogni singolo giorno. Ma questo rispetto è garanzia di un clima di fiducia chi in ogni settore è fondamentale ma certamente in ambito finanziario è indispensabile".
Il Cda di Ubi ha preso atto delle dimissioni di Massiah, e dopo averlo ringraziato ha rimesso il proprio mandato nelle mani di Intesa. Per le nuove nomine, però, bisognerà attendere il 16 ottobre. È quella la data in cui è stata fissata la prossima assemblea ordinaria, quella in cui inizierà ufficialmente il cammino verso la fusione per incorporazione, che dovrebbe completarsi nella primavera del 2021. Nel frattempo, a prendere il posto di Massiah e a guidare l'ordinaria amministrazione di Ubi sarà Gaetano Miccichè, presidente di Banca Imi (controllata di Intesa), ex numero uno della Lega di Serie A e vice della Figc e, soprattutto, uno degli uomini di Ca' de Sass che in questi mesi si è speso per portare a buon fine l'operazione. Come ha raccontato Il Messaggero, infatti, Miccichè è stato uno dei principali interlocutori dei grandi azionisti bergamaschi e bresciani di Ubi nelle settimane più calde dell'Opas. Non stupisce, dunque, che Messina abbia chiesto a lui di prendere le redini di Ubi, in particolare per avviare i colloqui con l'Antitrust per portare a termine il delicato passaggio di 532 filiali a Bper.
E Massiah? Le sue qualità sono indubbie e ampiamente riconosciute nel mondo finanziario italiano. È stimato, nonostante qualcuno dica non abbia proprio un carattere accomodante. Per ora, stando almeno alle sue parole, "ho una fantastica bici elettrica e andrò su e giù per le montagne a prendermi aria pulita, poi si vedrà. Non ho fretta, non ho angosce e ho anche una certa età". Secondo Il Tempo però, quotidiano ben informato circa i dietro le quinte romani, il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri starebbe pensando proprio a lui per la guida del Monte dei Parchi di Siena, al momento ancora sul groppone dello Stato. Massiah potrebbe essere l'uomo giusto portare Mps a una fusione fondamentale sia per il suo futuro, sia per mantenere le promesse che il Governo ha fatto tempo addietro a Bruxelles circa il domani dell'istituto toscano.
A proposito di futuro: il passaggio a Intesa lascia aperti molti interrogativi in terra bergamasca. Sia circa il destino di filiali e dipendenti (le promesse di Intesa le conosciamo, ora andranno rispettate), sia circa i diversi interessi che l'istituto bergamasco-bresciano aveva sul territorio. Il Corriere Bergamo, in settimana, li ha messi tutti in fila e certo quello maggiormente rilevante riguarda le partecipazioni di Ubi in Sacbo, società che gestisce l'aeroporto di Orio: una quota pari al 17,9 per cento. Si tratta di un pacchetto partecipativo decisamente lucroso, per questo è difficile pensare che Intesa se ne privi. Quel che potrebbero cambiare sono però gli equilibri all'interno della compagine sociale di Sacbo: è noto che la Sea, società gestrice degli scali milanesi e detentrice del 30,98 per cento di Sacbo, vorrebbe mettere le mani sulla società bergamasca e per farlo potrebbe allearsi proprio con Intesa. I soci bergamaschi (Comune, Provincia, Camera di commercio e Confindustria Bergamo) dovranno giocarsi bene le loro carte.
Gli altri interessi infrastrutturali bergamaschi di non poco conto in cui Ubi è direttamente coinvolta sono la Brebemi (da cui Intesa è appena uscita cedendo il proprio 42,4 per cento alla spagnola Aleatica), Autostrade Bergamasche Spa (società nata per la creazione della Bergamo-Treviglio e di cui Intesa detiene già oltre il 7 per cento, quota pari a quella in mano a Ubi), Pedemontana (di cui Intesa detiene il 17,3 per cento, mentre Ubi si ferma al 3,3) e Bergamo Fiera Nuova, società proprietaria dell'immobile di via Lunga, di cui Ubi possiede l'8,65 per cento. Anche attraverso le decisioni che Intesa prenderà rispetto a queste partecipazioni si capirà se Ca' de Sass, pur non definendosi "banca dei territori" sarà una banca per i territori.
Andrea Rossetti