Rassegna stampa 2018
Micciché presidente: «in Italia c'è il meglio».
Milano
Gaetano Miccichè diventa il secondo presidente della Lega Serie A dopo Maurizio Beretta, il 14° complessivamente da quando esiste la Confindustria del pallone comprendendo anche la lunga storia insieme alla B.
Il presidente di Banca Imi (gruppo Intesa San Paolo) ha centrato l'obiettivo che si era prefissato insieme al commissario Giovanni Malagò: essere eletto all'unanimità.
É stato confermato il contenuto del verbale sottoscritto durante la riunione di due settimane fa. Alla luce della procedura seguita, è stato decisivo proprio quell'accordo informale del 5 marzo.
Alla fine non sono state aperte le schede con le preferenze indicate dai club nell'urna. Su proposta del dg della Roma, Mauro Baldissoni, è stata effettuata una chiamata nomi naie con richiesta formale di deroga allo scrutinio segreto: a quel punto, tutti i presenti hanno dichiarato il proprio voto a favore di Micciché. Compreso Claudio Lotito che era stato il più fiero oppositore del commissariamento. E Aurelio De Laurentiis, che poco prima aveva espresso l'unico voto contrario alle modifiche dello Statuto, la più importante quella relativa alla nuova maggioranza semplice dalla terza assemblea.
Forse proprio quel voto contrario del proprietario del Napoli ha seminato qualche dubbio sull'effettiva presenza nel segreto dell'urna dell'unanimità, requisito posto dallo stesso Miccichè.
Così è stato suggerito l'appello nominale.
Presidente per la Moioli
«L'unanimità la dice lunga sulla considerazione nei confronti di Miccichè - esulta Malagò - l'idea è nata sull'aereo mentre andavo in Corea del Sud peri Giochi invernali. Micciché mi ha convinto definitivamente quando mi ha mandato un sms dopo l'oro della Moioli alla 4 di notte italiane. Ho pensato: "Ma questo è malato": Ne abbiamo parlato personalmente il 26 febbraio dopo il mio ritorno in Italia. E lui mi ha dato la sua disponibilità».
Il manager del gruppo Intesa illustra le sue idee: «Lo so che altri campionati hanno grandi campioni, ma io penso che la Serie A abbia il calcio migliore del mondo perché noi abbiamo qualcosa di unico: grandi squadre e grandi città. La gente deve andare a vedere non solo le partite, ma anche le chiese e i musei».
La nomina era scontata. Il presidente della Sampdoria, Massimo Ferrero, l'aveva celebrata ancora prima del via: «Miccichè ama il calcio ed è competente, è una persona di numeri, ci può rappresentare ai massimi livelli», ha detto prima di definirlo «un grande bancario».
Ha partecipato ai lavori Andrea Agnelli, abituato a essere sempre presente, ma più lontano dalle assemblee di Lega nell'ultimo periodo, anche a inibizione terminata.
I dubbi sui diritti tv
Ora appuntamento a Roma il 27 marzo per un'assemblea al Coni in concomitanza con l'incontro dei club di A con il capo della polizia Gabrielli. Ma in quell'occasione non dovrebbero esserci ulteriori nomine: in sospeso la figura dell'ad, ma anche quella dei consiglieri federali e di Lega. Malagò preferisce andare a colpo sicuro, senza rischiare elezioni a vuoto. La figura dell'ad in particolare è legata all'esito della vendita dei diritti tv. Una partita che rischia di complicarsi. Ieri in assemblea è stato affrontato il tema dei dubbi di Mediapro di fronte ai vincoli alla modifica dei pacchetti suggerita dall'Antitrust. L'intermediario indipendente vuole capire quali sono i suoi margini di manovra effettivi, dopo aver rinunciato già al canale per riprovarci eventualmente nel 2021.
Da Barcellona filtra qualche perplessità sull'intrico di vincoli regolamentari presenti in Italia. Il clima di incertezza condiziona anche i club, vicini alle scadenze finanziarie che impongono di avere sicurezze nei rapporti di "sconto" con le banche.
Per questo motivo Roures arriverà a breve in Italia per stringere i tempi in modo da mettere al sicuro parte dei ricavi e la fideiussione bancaria. Ma gli interessi in gioco alimentano un copione ancora aperto a ogni esito.
Scacchi Stefano