Gaetano Miccichè

Rassegna stampa 2018

Intervista a Gaetano Miccichè: «il rilancio passa ai comportamenti»

  - Il Messaggero
IL COLLOQUIO
ROMA «E' difficile dare una ricetta per rilanciare il calcio italiano, non c'è e non posso averla io: serve normalità di comportamenti, che tengano conto che il calcio di serie A rappresenta uno degli sport più seguiti in Italia e quindi è necessario avere rispetto dei tifosi e dei i giovani che imparano valori e stili di vita».
Sono quasi le 21 di ieri quando Gaetano Miccichè riapre il cellulare dopo un pomeriggio iniziato alle 15 con l'assemblea dei club che l'ha nominato a Milano in via Rosellini, presidente della Lega calcio e molte riunioni a seguire. Non è ancora in carica e quindi effettivo: il 27 marzo presso la sala d'onore del Coni a Roma, ci sarà una nuova riunione delle società che potrebbe eleggere il consiglio, anche se la fumata bianca non è scontata. C'è stata unanimità sul nome di Miccichè, ma restano le divisioni sui consiglieri federali (altri 6 di Lega e i 2 federali).
 
Banchiere di alto profilo, nato a Palermo il giorno della scoperta dell'America di 68 anni fa, coinvolto nelle principali operazioni di riassetti finanziari italiani (Fiat, Prada, Telecom, Pirelli, Piaggio, Ntv solo per citare le principali), master alla Bocconi, figlio d'arte (suo padre Gerlando è stato vicedg del Banco Sicilia), primi passi alla Sicilcassa, poi esperienze manageriali in realtà industriali (Rodriquez, Gerolim ich-Unione Manifatture, Olcese), nel 2002 Corrado Passera l'ha voluto in Intesa come capo del corporate per far nascere la banca di sistema.
 
Il presidente del Coni Giovanni Malagò, commissario della Lega, l'ha scelto per ricucire le fratture tra i vari club e rilanciare il calcio con criteri manageriali.
Una delle prossime decisioni sarà la scelta dell'ad: avanza il nome di Stefano Domenicali, presidente ad della Lamborghini, con un passato in Ferrari.
In Italia il campionato dipende dai diritti tv e sempre meno dal pubblico negli stadi o dal marketing: Miccichè, pensa sia possibile invertire il trend e come?
«Quello che so» risponde il banchiere che mantiene la carica di presidente di Banca Imi, «è che l'Italia ha una particolarità. E' formata da tantissime squadre che rappresentano splendide città: Roma, Napoli, Firenze, Milano, Bologna, Torino, Genova che offrono ai visitatori-tifosi oltre all'accesso allo stadio, anche l'ingresso a musei, mostre, cattedrali».
Se escludiamo Torino e Udine, gli stadi italiani sono quantomeno obsoleti, si parla tanto di stadi di proprietà delle squadre.
 
Inoltre i vivai dei club italiani producono ancora tante eccellenze, che però spesso faticano a trovare spazio in serie A e alla fine anche la nazionale è penalizzata: cosa può fare la Lega? «Può stimolare i propri associati» risponde il neo presidente, «che sono le 20 squadre di serie A a utilizzare con più frequenza e coraggio i giovani che arrivano dai vivai».
L'italia non andrà ai mondiali di Russia della prossima estate, un grave danno d'immagine ma soprattutto economico: come il sistema calcio potrà recuperare?
«Riuscendo velocemente a riconquistare i vecchi ruoli. Insieme al Brasile e alla Germania, l'Italia è la nazionale che ha vinto più campionati del mondo: possiamo rinverdire i tempi d'oro, cambiando i comportamenti».
 
Rosario Dimito

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