Gaetano Miccichè

Rassegna stampa 2015

Il commento - Manager vincenti

  - Giorno - Carlino - Nazione

Banca d'Italia si sveglia cumniissariando i troppi istituti che infrangono le regole italiane ed europee. Viene però da domandarsi dove fosse quando due tra le maggiori banche italiane, Mps e Carige, baravano su tutto: le ispezioni, almeno sulla carta, non avevano fatto emergere alcunché. Forse l'istituto di controllo si aspettava, al caldo dei monumentali u ci di via XX settembre, che si autodenunciassero? Per fortuna che, a dare smalto alle banche nostrane, ci pensano i due giganti del credito, Intesa e Unicredit, e la più piccola Bpm. Intesa è il primo istituto italiano e, per redditività e coefficienti patrimoniali, è ai primi posti in Europa: i dati 2014 confermano che la strategia in corso premia gli azionisti ed è parte iperattiva nel rilancio del paese, tanto da puntare a concedere ben 42 miliardi di credito alle piccole e medie imprese e alle famiglie nel 2015.

Altrettanto positivo, dopo le molteplici traversie vissute, il bilancio di Unicredit che, solo un anno fa, dichiarava perdite miliardarie. Adesso, grazie essenzialmente alla controllata italiana, rivede l'utile e ridistribuisce dividendi. In grande espansione sono le linee di credito a favore delle pmi. Bpm, nel suo piccolo - che però è grande nella Lombardia e nel settentrione, visto il numero di clienti- raggiunge risultati encomiabili con la distribuzione della cedola, dopo tre anni, sostenuta da una patrimonializzazione eccellente. Grande è la propensione della banca ad essere vicina alle piccole partite Iva e alle famiglie. A chi ascrivere i brillanti risultati, se non agli uomini a capo delle governane: Carlo Messina, Ad di Intesa, e il direttore generale del Corporate, Gaetano Miccichè; Federico Ghizzoni, Ad di Unicredit e Giuseppe Castagna, Ad di Bpm. La dii erenza l'hanno fatta lalorocompetenza e gli staff che hanno scelto, l'ha fatta la loro storia di uomini nati in banca, la conoscenza della clientela italiana e la capacità di assumere il rischio, se c'è reputazione e solidità del business. Essere banchiere impone a chi lo fa di avere tutte le credenziali citate e volersi mettere in gioco. Loro le hanno, troppi altri no.

Bruno Villois


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