Gaetano Miccichè

Rassegna stampa 2015

Controritratto - Miccichè al rilancio della banca d'affari

  - BancaFinanza

Il 2015 sarà un anno particolare per Intesa Sanpaolo, alle prese con una profonda trasformazione organizzativa, il rilancio della Banca dei territori e il cantiere della governane. Un anno decisivo per l'implementazione del piano d'impresa 2014-2017. E un anno speciale per il suo direttore e responsabile della divisione corporate e investment banking, Gaetano Miccichè. Chiamato a gestire la fase finale della trasformazione del suo settore e a preparare, dopo 14 anni, la sua successione. La sua uscita, ampiamente concordata, dovrebbe avvenire con il rinnovo del consiglio in calendario nella primavera dei 2016. Un passaggio che fa parte dei programmi, anche anagrafici, di sviluppo della banca passata un anno fa sotto la guida di Carlo Messina.

Non a caso la prima linea di manager del gruppo è già molto cambiata, con le uscite di Marco Bolgiani dalla divisione banche estere, quella del chief operating officer Francesco Micheli e quella di Gian Emilio Osculati, che ha lasciato il polo assicurativo del gruppo. E non è un caso nemmeno che Micciché sia invece rimasto al suo posto, proprio per organizzare al meglio il futuro di una divisione che è stata fin dalla nascita di Intesa Sanpaolo un settore più che strategico: il cuore di quella "banca di sistema" entrata nel tempo in tutte le partite economico-finanziarie più delicate del paese. Da Alitalia a Telecom, per citare due casi eclatanti; dalla rinascita della Piaggio o la quotazione di Prada per ricordarne altri due non meno importanti. Un ruolo, questo della banca di sistema, anche controverso e senz'altro in grande evoluzione. Che, comunque la si veda, ha contribuGaetano Miccichè ito alla stabilità dei grandi gruppi italiani in questi ultimi lustri. E non solo. Basta ricordare che Banca Imi, la investment bank del gruppo, sotto la guida di Miccichè, tra il 2007 e il 2014 ha contribuito con oltre 3 miliardi ai risultati di Intesa.

Il manager li ha vissuti tutti da protagonista questi anni, fin dalla quasi dimenticata fusione di Banca Imi con Banca Caboto, che ha permesso di mantenere la leadership agli eredi dell'Imi e della vecchia Sige, la banca d'affari fondata da Gianmarco Roveraro negli anni Ottanta, nata per fare concorrenza a Mediobanca in tempi non sospetti. E Micciché, in questo progetto, ha messo anche le sue precedenti esperienze, come il risanamento di Gerolimich, 01-cese, Rodriquez, SantaValeria.

Nato a Palermo il 12 ottobre dei 1950, laureato in giurisprudenza con un master in business administration presso la Sda Bocconi, fratello di Gianfranco (politico tra i leader nelle stagioni di governo di Forza Italia e Pdl), Miccichè è direttore generale di Intesa dal febbraio 2010, membro del consiglio di gestione dal maggio 2013, responsabile della divisione corporate e investment banking dal gennaio 2007. Nel febbraio 1971 inizia la propria carriera presso la Cassa centrale di risparmio delle province siciliane raggiungendo la carica di responsabile clientela corporate. Dopo diverse esperienze finanziarie e industriali, come quelle citate, entra in Banca Intesa nel 2002. Dal 2013 è cavaliere del lavoro, nominato dal presidente della repubblica Giorgio Napolitano.

Da novembre scorso Miccichè ha iniziato a mettere mano alla struttura organizzativa della sua divisione facendo un passo indietro proprio dalla Banca Imi, la cui guida passa al nuovo amministratore delegato Mauro Micillo. Un cambio che, nelle intenzioni dello stesso Miccichè (designato vicepresidente) vuole portare a raggiungere nell'arco di piano un obiettivo di ricavi pari a 3,4 miliardi con un significativo aumento della componente relativa alle commissioni, prevista in crescita al 26%. Nell'ambito di questa riorganizzazione è stata rivista anche la parte estera della divisione corporate, con la creazione di una nuova direzione: international networkglobal industries, la cui responsabilità è stata affidata a Teresio Testa, e che comprende i «gruppi industriali italiani e esteri che operano in settori chiave di rilevanza globale e con un elevato livello di internazionalizzazione».

Con queste novità già sul tappeto da fine 2014, Miccichè e Intesa si preparano ad affrontare le sfide necessarie per un settore che, dalla crisi iniziata nel 2008 a oggi, non è più lo stesso. E che dovrà andarsi a cercare margini e risultati in un mercato sempre più avaro, difficile e concorrenziale.

Marcello Zacche
 


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