Rassegna stampa 2015
Banca Imi triplica l'utile
Banca Imi, la banca d'investimento del gruppo Intesa Sanpaolo guidata dall'amministratore delegato Gaetano Miccichè (direttore generale e responsabile della divisione Corporate e Investment Banking di Ca' de Sass) e dal direttore generale Mauro Micillo, ha chiuso l'esercizio 2014 con un utile netto più che triplicato a 505,9 milioni di euro dai 146,9 dello scorso anno (su cui avevano pesato alcune poste straordinarie).
Il risultato della gestione operativa per l'esercizio 2014 si colloca a 924,4 milioni, di poco inferiore ai 938,9 di fine 2013. La riduzione dell' 1,5% deriva essenzialmente dall'andamento dei costi operativi, saliti a 405,3 milioni dai precedenti 356,7, con una crescita netta derivata dagli investimenti strategici previsti dal piano d'impresa e dalla componente variabile delle retribuzioni, nel quadro dell'applicazione del sistema incentivante a supporto della crescita del gruppo Intesa Sanpaolo. I requisiti patrimoniali al 31 dicembre 2014, calcolati con le nuove regole di Basilea 3, registrano un total capital ratio, composto esclusivamente da common equity tier 1, al 12,4%. Questo coefficiente tiene già conto della proposta di distribuzione di un dividendo di 500 milioni, e si pone ad un livello significativamente superiore al minimo richiesto per l'anno 2014 e al «full phase-in ratio» previsto a regime dalla normativa.
Il cost-income ratio si attesta al 30,5% dal precedente 27,5%, con il margine di intermediazione cresciuto fino a 1,33 miliardi di euro ( 2,6%) pur nella difficile situazione dei mercati che ha caratterizzato i mesi estivi e la fine dell'anno, condizionando le scelte di investimento e le opportunità di mercato primario, e lo scenario di bassi tassi d'interesse che ha ridotto i flussi di copertura dalla clientela. Alla formazione del margine di intermediazione consolidato hanno contribuito le aree markets (948 milioni di euro), structured finance (253 milioni di euro) ed investment banking (128 milioni di euro).
«La crescita dei ricavi complessivi nel 2014 è degna di nota», ha commentato Miccichè, «soprattutto rispetto alle performance delle banche d'investimento internazionali che hanno registrato, in generale, una flessione nelle attività di capital markets, mentre Banca Imi evidenzia una crescita del 4% su base consolidata». «Ogni linea di business», ha aggiunto il direttore generale di Intesa Sanpaolo, «ha portato il proprio prezioso contributo alla formazione del margine di intermediazione consolidato: l'area markets con 948 milioni di euro, l'area structured finance con 253 milioni e l'investment banking con 128 milioni. Mentre nelle classifiche elaborate da Thomson Reuters, Banca Imi è risultata prima in Italia nel debt capital market sia per numero, sia per controvalore delle operazioni, tanto nella classifica generale quanto in quelle relative ai segmenti corporate, high yeld e sovereign». Banca Imi, ha sottolineato Miccichè è «prima anche nell'advisory in Italia per numero di operazioni chiuse, toccando ogni settore economico e segmento di clientela».
Nel dettaglio, per quanto riguarda le attività di debt capital market nel 2014 Banca Imi, in qualità di bookrunner, ha gestito 45 operazioni per un controvalore di oltre 16,8 miliardi. Per la clientela corporate è stato svolto il ruolo di bookrunner, tra le altre, nelle emissioni di Wind, Cmc Ravenna e Maccaferri, nei bond ibridi di Gas Natural, Accor, Enel, Edf (5 miliardi di euro e 750 milioni di sterline), oltre al green bond di Hera. Nel segmento «sovereign» Banca Imi ha curato operazioni per un controvalore di 11,3 miliardi.
Andrea Di Biase