Gaetano Miccichè

Rassegna stampa 2014

Minucci, un presidente precario per Telecom

  - l'Unità

Milano - Telecom Italia ha un nuovo presidente, ma precario. Aldo Minucci nominato ieri presidente della compagnia dal consiglio di amministrazione resterà al vertice per un breve periodo. «Sarò presidente per tre mesi con un ruolo di garanzia per tutti» ha dichiarato il manager al termine di un consiglio durato a lungo chiamato ad esaminare i risultati dei due gruppi di lavoro, quello per l'analisi comparativa della governance e quello per la definizione di un regolamento in vista di un'eventuale vendita della controllata carioca Tim Brasil. Problemi che restano ancora aperti. Per designare il nuovo presidente di Telecom Italia ci sono voluti quattro mesi. La scelta è caduta su Minucci, il vicepresidente della società che ha guidato ad interim la compagnia in questo periodo, e cioè dal 3 ottobre, giorno delle dimissioni di Franco Bernabè. Minucci resterà alla guida fino all'assemblea di aprile che rinnoverà l'intero Cda. Nato a Reggio Calabria, classe '46, consigliere Telecom dal 2007, consigliere e presidente Telco (la holding che controlla il 22,4% della compagnia telefonica) fino a gennaio 2012, nell'aprile 2011 diventa vicepresidente di Telecom e quindi il diretto successore di Bernabè. Debito sotto 127 miliardi - Sul fronte della corporate governance, la decisione finale, ha spiegato il consigliere Jean-Paul Fitoussi, «è tutto rimandato al 27 febbraio». La società, in una nota emessa su richiesta della Consob, aveva affermato che il Cda non avrebbe proceduto ad «alcuna proposta di modifica statutaria», e ha ricordato che eventuali conflitti di interessi su questo tema «è a carico del singolo» consigliere, «e non della società e del plenum del consiglio». Sul tema si era dovuta pronunciare anche Telco, la scatola che controlla il 22,4% di Telecom, che, su richiesta della Consob, ha affermato che nel Cda della holding del 4 febbraio non è stata «assunta alcuna deliberazione in merito a ipotesi di modifica della corporate governance». Difficile ipotizzare modifiche statutarie prima dell'assemblea di aprile. Il consigliere Gaetano Miccichè ha detto: «Credo che sia abbastanza probabile che si arrivi alla prossima assemblea con l'attuale governance. È opportuno affidare all'assemblea, che è la casa degli azionisti, questa decisione». Il Consiglio ha preso visione dell'andamento dei principali indicatori operativi e di mercato, che allo stato indicano per l'intero 2013: la riduzione dell'indebitamento finanziario netto di gruppo al 31 dicembre 2013 a un livello inferiore ai 27 miliardi di euro; l'andamento in linea con le attese del risultato industriale, la performance dei ricavi lievemente inferiore all'obiettivo diffuso a febbraio 2013.

Marco Tedeschi


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