Rassegna stampa 2014
Intesa getta un ponte per le imprese «In Brasile 2 miliardi di asset in tre anni»
UN PONTE fra due realtà in continuo contatto, per unire gli anelli di una rete d'affari sempre più fitta e interconnessa. L'operazione Brasile per Intesa Sanpaolo ha una forte chiave strategica: creare un canale finanziario a due direzioni fra il più grande Paese sudamericano e l'Italia. La licenza bancaria commerciale e di banca di investimento ottenuta nei giorni scorsi dall'Autorità carioca consentirà alla nuova sede del gruppo torinese di operare in valuta locale e nel mercato dei cambi.
QUESTO significa, da un lato, sostenere le imprese italiane (e non) attive sul posto e, dall'altro, essere il veicolo più semplice e immediato per le aziende brasiliane che vorranno portare loro capitali al di qua dell'Oceano. Un'operazione differente da quella portata avanti dalla Banca Commerciale Italiana, vecchia anima del gruppo fusasi con Intesa nel 2001, che, per quasi un secolo, aveva mantenuto una forte presenza in Sudamerica. Stavolta nel mirino non c'è la clientela retail, ma le grandi imprese. I lavoratori che Intesa impiegherà nella nuova filiale di San Paolo. La sede brasiliana aprirà nei prossimi mesi: sarà operativa fra settembre e ottobre Quelle corporate che, per capirsi, fatturano dai 350 milioni di euro in su all'anno. E che potrebbero essere attratte dall'idea di investire in Italia. Un ritorno, quello di Intesa in Brasile, che guarda avanti alle opportunità che, di volta in volta, si presenteranno su un mercato florido come quello carioca.
L'ECONOMIA brasiliana negli ultimi trimestri ha sì frenato, ma resta comunque un trampolino di lancio interessante. Prova ne è l'entusiasmo che sarebbe trapelato dagli incontri che i vertici del gruppo hanno tenuto nei giorni scorsi con le istituzioni finanziarie che operano sul territorio. La nuova filiale (e da Intesa fanno sapere che non sono in programma ulteriori aperture) sarà operativa a San Paolo nei prossimi mesi (fra settembre e ottobre), e si aggiungerà ai più grandi hub di New York, Londra, Hong Kong e Dubai. Inizialmente saranno impiegati 40 dipendenti a fronte di un bacino di 150-400 aziende italiane già presenti sul territorio. La nuova realtà partirà con un capitale di 100 milioni di euro, l'obiettivo è quello di raggiungere la somma di 2 miliardi di asset in gestione e 400 clienti nell'arco di tre anni. Ma queste stime, come ha sottolineato lo stesso direttore generale del gruppo Gaetano Micciché, sono «prudenziali». Sono i clienti che il gruppo torinese punta a gestire nell'arco dei prossimi tre anni: sul territorio sono già presenti fra le 150 e le 400 imprese italiane