Rassegna stampa 2014
Il settore alimentare made in Italy? Sarà salvato dall'export
La crescita sui mercati internazionali e il futuro del made in Italy. Sono questi i due temi cruciali per il settore alimentare italiano a cui Intesa Sanpaolo ha dedicato il convegno «Le nuove frontiere dell'Italian Food. Modelli e strategie per sostenere il made in Italy». All'evento hanno partecipato manager e imprenditori italiani che hanno sperimentato modelli vincenti per la crescita, capaci di resistere alla crisi dei consumi, alla competizione sui mercati globali, alle nuove esigenze di un consumatore sempre più informato e digitale.
Una particolare attenzione è stata dedicata all'export dei prodotti made in Italy. Quello che emerso dall'analisi della direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo, realizzata su un campione di oltre ottomila aziende del settore, è che le esportazioni sono diventate un fattore chiave per il settore alimentare italiano: nel 2013 le imprese che lavorano con l' estero hanno registrato una crescita del fatturato del 3%, mentre quelle che contano solo sulla domanda interna hanno incrementato i loro ricavi solo di poco più dello 0,5%. Per Gaetano Miccichè, direttore generale della banca, le aziende italiane del settore alimentare hanno le risorse e le capacità per vincere la sfida della crescita dimensionale e dell' internazionalizzazione, ma per sfruttare il potenziale dei mercati esteri «le aziende del settore dovranno definire strategie mirate e dotarsi di dimensioni adeguate e partner complementari», ha aggiunto Gregorio De Felice, capo economista di Intesa Sanpaolo.
Secondo l'analisi di De Felice, il punto di partenza per capire in che direzione potrà andare l'export del made in Italy, è il contesto macroeconomico in cui si potrebbe sviluppare, un contesto pesantemente influenzato da una politica monetaria troppo poco espansiva, dall'inflazione in continuo calo e da una debole crescita stimata allo 0,7% nel 2014 e all' 1% nel 2015. Un sostegno alla crescita italiana arriverà proprio dall'export, secondo De Felice, favorito anche dall'euro debole.
«In questo contesto il fatturato del settore alimentare, dopo un 2014 sostanzialmente stabile, potrà tornare a registrare una crescita dal 2015» ha dichiarato Gregorio De Felice. «Le opportunità di sviluppo internazionale non mancheranno: i mercati più promettenti per il food saranno, oltre ai tradizionali Stati Uniti e Regno Unito, la Cina, i paesi del Medio Oriente e dell'Est Europa». Ma con le opportunità cresceranno anche le sfide: il made in Italy dovrà confrontarsi sempre più con i Paesi emergenti che stanno erodendo importanti quote sul commercio mondiale.
Maria Elena Zanini