Rassegna stampa 2014
Banca Imi, una sicurezza
Dalla fusione a oggi l’investment bank guidata da Miccichè ha realizzato utili per oltre 3 miliardi. E dopo la flessione del 2013 il risultato è tornato a crescere nel primo semestre 2014
Oltre 3 miliardi di euro. A tanto ammonta il contributo che, in termini di utile netto, Banca Imi ha apportato al gruppo Intesa Sanpaolo dal 2007, anno della fusione tra Cà de Sass e Piazza San Carlo, e il 30 giugno 2014. Un contributo che nell’arco di questo lungo periodo che comprende sette esercizi e un semestre, è stato praticamente ininterrotto, se si pensa che l’investment bank guidata da Gaetano Miccichè (che anche dg di Intesa Sanpaolo) ha sempre chiuso bilanci in attivo, scendendo sotto la soglia dei 200 milioni di utile solo nel 2013, a causa di rettifiche nette sui crediti (prevalentemente legati a operazioni di finanza strutturata) per circa 270 milioni di euro e svalutazioni di avviamenti per 194 milioni, nell’ambito della complessiva manovra sui goodwill dell’intero gruppo Intesa, da 5,8 miliardi. I dati del primo semestre, approvati venerdì 1 agosto dal cda presieduto da Fabio Roversi Monaco, mostrano però che l’investment bank guidata da Miccichè e dal dg Mauro Micillo, nata nel 2007 dall’integrazione tra Caboto e Imi, ha ripreso a macinare utili. Nel semestre chiuso al 30 giugno, Banca Imi ha messo a segno un risultato netto consolidato di 352,9 milioni di euro, in crescita del 30,5% rispetto al primo semestre dello scorso anno. Fattore trainante dei risultati è stato il margine di intermediazione, cresciuto fino a 837,2 milioni (+22,3%) sostenuto dagli interessi netti (364 milioni), ma nel quale spicca la forte crescita dei profitti da negoziazione di titoli e derivati, saliti a 300 milioni rispetto ai 204 milioni del primo semestre 2013. Alla formazione del margine hanno contribuito le aree markets per 627 milioni, structured finance per 132 milioni e investment banking per 78 milioni. I costi operativi consolidati ammontano a 186 milioni, rispetto ai 170 milioni al 30 giungo 2013, con una crescita netta derivata dalla maggiore operatività e da investimenti per nuove iniziative di business. Il risultato della gestione operativa in calo dal 24,8% del 30 giungo 2013 e dal 27,5% dell’intero 2013. Confermato ancora una volta il rigoroso approccio ai presidi di rischio, con gli accantonamenti e le rettifiche a 95 milioni (dai precedenti 81 milioni al 30 giugno 2013). Dal punto di vista patrimoniale, il totale attivo di bilancio si mostra in flessione, a 137 miliardi di euro dai 138 miliardi di fine dicembre, per la diminuzione, nel secondo trimestre, degli investimenti in titoli di debito e depositi interbancari. i requisiti patrimoniali della banca al 30 giugno 2014m, calcolati con le nuove regole di Basilea 3, registrano un Total Capital Ratio del 12,37%, livello significativamente superiore al minimo richiesto.
In termini di operatività, invece, nel settore dell’equity capital markets il semestre ha visto Banca Imi ricoprire ruoli significativi nell’ambito delle ipo di Anima, Fincantieri e Cerved e, in occasione degli aumenti di capitale, nelle operazioni Credito Valtellinese, Banca popolare di Sondrio, Banco Popolare, Deutsche Bank, Raiffeisen Bank International, Alpha Bank, Peugeot. Relativamente al mercato Aim, Banca Imi ha portato sul listino Triboo Media.
Per quanto riguarda il debt capital market, nel primo semestre in Italia sono state realizzate nuove emissioni obbligazionarie per 74 miliardi di euro, in crescita del 36%. Secondo le rilevazioni di Thomson Reuters, Banca Imi, in qualità di bookrunner, ha gestito 44 operazioni, confermandosi leader sia per numero sia per controvalore, con 14,5 miliardi di euro, nella classifica generale ma anche in quella relativa al segmento corporate e high yiels. In particolare, nel segmento delle emissioni ad alto rendimento la banca d’affari del gruppo Intesa Sanpaolo ha svolto il ruolo di bookrunner nelle due emissioni di Wind, in due tranche (la prima per un ammontare di 2,1 miliardi euro e 1,9 miliardi di dollari) e la seconda per un ammontare di 1,75 miliardi.
Nel complesso, la divisione corporate & investment banking di Intesa SanPaolo ha chiuso il primo semestre con proventi operativi netti per 1,79 miliardi, pari a circa il 21% dei proventi operativi si sono attestati a 415 milioni, mentre il risultato della gestione operativa è stato pari 1,38 miliardi, in diminuzione del 5% rispetto agli 1,45 miliardi del primo semestre 2013. Nel settembre gli accantonamenti e le rettifiche nette sui crediti sono cresciuti a 315 milioni rispetto ai 269 milioni del primo semestre 2013.
Complessivamente la divisione cib ha chiuso il semestre con risultato netto pari a 780 milioni.