Rassegna stampa 2014
«Alitalia, vicina l'intesa sul piano»
Roma - Alitalia punta a chiudere rapidamente il confronto con i sindacati per assecondare un'altra delle richieste - il contenimento del costo del lavoro - messe sul tavolo da Etihad in vista delle possibili nozze. Ecco perché, ieri alla vigilia del nuovo confronto tra l'azienda e le sigle di settore, l'ad del gruppo, Gabriele Del Torchio, ha voluto mostrarsi ottimista. «Se l'intesa sarà chiusa entro settimana? Me lo auguro ma credo che sia necessario qualche giorno in più, anche se penso che siamo molto vicini». E sulle condizioni, chieste dalla compagnia emiratina per finalizzare l'investimento, è tornato ieri il dg di Intesa Sanpaolo, Gaetano Miccichè. "Il taglio del debito? Non mi risulta, assolutamente no». La verità, però, è che il vettore emiratino, riferiscono fonti vicine al dossier, avrebbe messo sul tavolo, come aveva fatto anche Air France, la necessità di una forte ristrutturazione dell'indebitamento. Mentre non avrebbe posto, almeno per ora, come peraltro ha ribadito lo stesso Miccichè, particolari paletti sulla permanenza di UniCredit e Intesa all'interno della compagnia per almeno tre anni. «Non si è ancora parlato di questo». L'alleanza dovrà comunque consentire all'ex compagnia di bandiera di imboccare la strada della crescita, come ha spiegato ieri il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, rispondendo a un question time alla Camera. «L'accordo deve essere funzionale al rilancio» del sistema aeroportuale «e ad avere a cuore anche il grande tema di recuperare fette di mercato». L'intesa, ha quindi aggiunto il ministro, deve svilupparsi lungo le linee del rilancio dell'occupazione «e non darà benefici solo all'aeroporto di Fiumicino, ma anche a tutto il sistema aeroportuale del Paese». Ma sui rumors, rilanciati poi dall'Agi, circa la volontà di Etihad di utilizzare in modo più intensivo Linate (a scapito di Malpensa?), è scattata la dura reazione del governatore lombardo, Roberto Maroni. «Se ci fossero delle manovre volte a penalizzare Malpensa o addirittura a farlo chiudere, sono assolutamente determinato a sventarle». Nel tardo pomeriggio di ieri si è poi svolto un incontro di carattere ancora interlocutorio tra Alitalia e i sindacati: il negoziato difficilmente potrà concludersi prima della prossima settimana. L'azienda punta ad un risparmio annuo complessivo di 295 milioni l'anno, di questi 128 milioni dovrebbero arrivare dal ricorso agli ammortizzatori sociali e dal taglio del costo del lavoro (l'azienda ha proposto un contributo di solidarietà in bae al reddito, oltre i 40mila euro). Escluso il ricorso alla cassa integrazione a zero ore, al tavolo si ragiona sulla cassa integrazione straordinaria a rotazione per i dipendenti di terra, mentre per il personale navigante si punta ai contratti di solidarietà: verrebbero coinvolti 2.300 lavoratori pari a 1.900 addetti a tempo pieno. Ieri è stato fissato un calendario di incontri: oggi alle 10 il personale di terra, alle 12 la manutenzione, alle 15 lo staff, domani alle 15 gli assistenti di volo e lunedì alle 10 i piloti. «La proposta aziendale è poco solidale - spiega Mauro Rossi (Filt) - sulla Cig per alcune figure prevede 3 giorni al mese, per altre 16. Inoltre mancano i progetti di formazione e riqualificazione professionale». Tra i sindacati sono emerse due posizioni: Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uglt chiedono che prima di intervenire sul costo del lavoro venga siglato il contratto nazionale di settore, per poi affrontare con l'accordo aziendale il capitolo retribuzioni, nello spirito dell'accordo interconfederale sulla rappresentanza. Mentre la Uilt fa notare che il contratto di settore oramai è diventato una chimera, dopo che Meridiana ha lasciato Assaereo diffidandola da fare il contratto nazionale: «Prima bisogna affrontare il piano Alitalia - sostiene Marco Veneziani (Uilt) poi, con i tempi dovuti, si farà il contratto nazionale che non potrà essere a costo zero come chiede l'azienda».
Celestina Dominelli e Giorgio Pogliotti