Rassegna stampa 2013
Volano i profitti di Fideuram e la Bpm torna all’utile
Roma – Nei nove mesi di esercizio Banca Imi, la banca d’investimento guidata da Gaetano Miccichè, registra un utile netto consolidato di 390 milioni (494 milioni nello stesso periodo del 2012). Il risultato della gestione operativa si attesta a 741 milioni (contro 856 milioni) e il margine di intermediazione a 1.009 milioni (da 1.119 milioni). Confermata la solidità patrimoniale della banca controllata da Intesa Sanpaolo con il Core tier 1 al 14,8 per cento. Per restare in ambito Sanpaolo, è proseguita la marcia di Banca Fideuram che nei nove mesi ha registrato un utile netto consolidato di 248 milioni (+63,6%) e una raccolta netta salita del 39,9% a 2,1 miliardi grazie alla componente risparmio gestito. A fine settembre le masse amministrare dal gruppo erano pari a 81,8 miliardi (+3,2% da fine dicembre). Infine, sul fronte patrimoniale il Tier 1 si attestava al 17,5% (contro il 18,5% del 2012). A sua volta il gruppo Salini Impregilo ha chiuso i suoi nove mesi con un portafoglio ordini totale di 25,5 miliardi, segnando una crescita del 51,7% rispetto a fine dicembre 2012, di cui 17,3 miliardi nelle costruzioni e impianti (+63,5%) e 8,2 miliardi relativi al portafoglio a vita intera del settore concessioni. Il general contractor italiano precisa inoltre che l’incremento del portafoglio ordini è dovuto ad acquisizioni per 9.223 milioni (1.662 milioni) tra cui i due contratti per le metropolitane di Doha e Riyadh. Migliora anche il trend di Mediaset, sebbene la tv del biscione abbia chiuso i conti a fine settembre ancora in perdita (27,3 milioni contro il rosso di 45,9 milioni accusato nello stesso periodo 2012, il primo da quando il titolo è quotato in Borsa). I ricavi si sono attestati a 2.390 milioni contro i 2.655 milioni dei nove mesi 2012, ma il gruppo vede la pubblicità in miglioramento mentre il taglio costi si è rivelato in anticipo sulle stime. Segna il passo, invece, la Banca Popolare dell’Emilia Romagna, che ha chiuso i nove mesi di esercizio con un utile netto di 23,2 milioni, in calo dell’83% rispetto allo stesso periodo del 2012. Va detto che nel solo quarto trimestre l’utile è di 43 milioni dopo il rosso di 35 milioni nel secondo trimestre, ma ancora in calo rispetto ai 60 milioni del terzo trimestre 2012. Tornando ai nove mesi, il margine di intermediazione è stabile a 1,6 miliardi, con margine di interesse a 964 milioni (-1,7%) e commissioni nette a 519 milioni (-2%). In calo del 3,7% i costi operativi, per un rapporto cost/income migliorato a 54,7%. Quanto alla solidità patrimoniale, il Tier 1 è cresciuto dell’8,43%. L’ad Luigi Odorici sottolinea che il trimestre appena concluso segna la “normalizzazione” della gestione ordinaria e annuncia la volontà di proseguire la razionalizzazione del gruppo attraverso l’incorporazione di altre banche territoriali controllate. Infine, la Banca Popolare di Milano, ha chiuso con un utile netto di 134,4 milioni, contro la perdita di 105,9 milioni subita nello stesso periodo del 2012. L’utile normalizzato è 138,8 milioni, in crescita del 34,8% annuo. I proventi operativi sono saliti del 9,7% a 1,3 miliardi, con margine di interesse a 631 milioni (-4%) e commissioni nette a 402 milioni. “Ci mettiamo nelle mani di chi ha i voti – ha detto il presidente Andrea Bonomi agli analisti – e rimettiamo la responsabilità all’assemblea” che si terrà il 21 dicembre. Sulla governance “una decisione non è più rinviabile”. Bonomi ha anticipato che Investindustrial presenterà la lista per il nuovo cds. L’aumento si terrà nel primo trimestre.