Rassegna stampa 2013
In campo Castellucci, Sarmi e Del Torchio. Ecco il piano italiano per superare l’inverno
Per superare l'inverno e le forti resistenze di Air France all'accordo, Alitalia è pronta a mettere in campo un piano provvisorio. Che servirà ad ammortizzare, per quanto possibile, l'inevitabile e fisiologico calo di passeggeri fino a primavera, e a convincere i transalpini a mettere mano al portafogli e a procedere sulla via dell'integrazione. Ma la strada non è ancora tracciata.
Per evitare sorprese dell'ultimo minuto, in queste ore i soci di peso italiani hanno deciso di rimboccarsi le maniche e di entrare nella cabina di pilotaggio, procedendo alla messa a punto di una manovra d'emergenza scritta a più mani: secondo quanto risulta a Repubblica il dossier è oggi sulla scrivania dell'ad di Atlantia Giovanni Castellucci, di quello di Poste Massimo Sarmi e del numero uno della compagnia Del Torchio, ognuno impegnato a far valere e a sfruttare, le peculiarità del business seguito dalla propria azienda.
Poste, ad esempio, sta studiando sinergie di marketing su biglietti e offerte Millemiglia. E i francesi sembrano gradire questa "attenzione" e le possibili sinergie. Lo stesso de Juniac presto ricambierà la visita e andrà a Roma da Sarmi.
La conferma che il dialogo tra Paesi latini sia però ancora aperto, arriva dal blitz di poche ore che ha visto impegnati Sarmi e Del Torchio, andati ieri a casa del socio riluttante, nel quartier generale di Air France a Parigi, dove hanno incontrato il loro omologo Alexandre de Juniac. I francesi restano scettici - o almeno preferiscono non scoprire le carte - e le possibilità di un loro impegno sono ancora al 50%. Ma le trattative restano in piedi e dureranno per le prossime tre settimane, fino ad arrivare agli ultimi giorni utili per versare l'aumento di capitale in capo ad Air France (75 milioni).
Il braccio di ferro, nel frattempo, va avanti: non ci sarà una resa italiana di fronte alle richieste stringenti dei francesi che puntano sulla ristrutturazione di una parte del debito: si balla su cifre vicine al mezzo miliardo e questo punto è ancora oggetto di discussione. Sulla questione dei tagli al personale, invece, si starebbe puntando ad esuberi (solidarietà e prepensionamenti se possibile) per un migliaio di dipendenti. Per il momento, quindi, non sono previste pesanti riduzioni della forza lavoro.
Sarà invece ridotta per l'equivalente di dieci aerei di medio raggio, la capacità e le rotazioni dei velivoli di Alitalia e verrà congelato l'arrivo di velivoli di lungo raggio previsti nel 2014. Andrà poi rivista la questione del costo dei leasing degli aeroplani (compresi quelli con la società dell'azionista di Cai Carlo Toto) che, anche a detta degli advisor francesi, sarebbero insostenibili.
Intanto, Intesa Sanpaolo, Colaninno- Immsi e i Benetton-Atlantia verseranno l'aumento di capitale pro quota deciso in assemblea. L'incremento di capitale è pari a 300 milioni mentre il valore attuale del capitale Alitalia non supera i 50 milioni di euro. Quindi Atlantia verserà poco meno di 27 milioni di euro (smentita dal gruppo l'indiscrezione su un presunto impegno quasi doppio).
Lo stesso faranno gli altri due azionisti: circa 26 (più 50 sull'inoptato) da Intesa Sanpaolo e 22 milioni da Immsi che nei giorni scorsi aveva ceduto azioni della controllata Piaggio per una identica somma. In totale 75 milioni di euro freschi. Ancora incerte infine, le adesioni dei restanti azionisti. Riva e Gavio, ad esempio, sembrerebbero fuori dai giochi mentre più sfumata appare la posizione degli altri le cui quote sono ormai svalutate.