Gaetano Miccichè

Rassegna stampa 2013

Impregilo, 600 milioni per il super dividendo

  - La Stampa

Il “jumbo-dividend” di Impregilo è in pista di decollo. Gli azionisti che non aderiranno all’Opa-e dunque soprattutto la stessa Salini che promuove l’offerta – potranno contare su un ricco monte dividendi: 600 milioni di euro. Il che si tramuterà in una cedola da 1,48 euro per le azioni ordinarie, e da 1,58 euro per le risparmio: oltre le stime degli analisti. Si tratta per ora dei un’ipotesi che sarà sottoposta al consiglio del 25 marzo. Ma la strada è stata tracciata domenica, nel corso del cda che
(dopo il parere positivo degli indipendenti) ha giudicato congruo il prezzo d’Opa e approvato i risultati preliminari del general contractor che l’ad Pietro Salini conta di fondere con il proprio gruppo. L’utile netto nel 2012 balza da 177 a 601 milioni, i ricavi crescono del 21,5%, la posizione finanziaria netta è positiva per 567 milioni. L’ebitda più che dimezzato (- 55%, a 85 milioni) è l’effetto della fine delle concessioni di Ecordovias, le autostrde brasiliane da cui Impregilo è uscita. Proprio questo dato rende assai improbabile una permanenza dei Gavio nell’azionariato (Igli ha il 29,96%) in una posizione di minoranza: per loro la soluzione sarà tra una pur poco probabile contro Opa e l’uscita tramite l’adesione all’offerta di Salini. Se Consob darà l’ok, sabato dovrebbero essere pubblicati sia il comunicato dell’emittente approvato domenica sia il prospetto. L’Opa partirebbe così lunedì, per durare fino al 12 aprile. La scelta dei Gavio, insomma, si avvicina. In una giornata ricca di bilanci, Pirelli chiude con risultati sostanzialmente in linea con le previsioni degli analisti.Il gruppo archivia l’anno con ricavi in crescita del 7,4%, a oltre 6 miliardi, l’utile operativo a +34,2% (780,8 milioni) e l’utile a 398,2 milioni di euro, in rialzo del 27,4% sul dato dell’anno prima (senza contare i 128,1 milioni di imposte differite). Il cda proporrà all’assemblea  un dividendo in crescita a 0,32 euro per le azioni ordinarie (da 0,27 euro) e a 0,39 per le risparmio (da 0,34euro). Nonostante tutto, niente premio per i manager: il debito netto da 1,8 miliardi del 30 settembre scende a 1,2 miliardi centrando il target rivisto ma non quello originario. Le svalutazioni di Sorgenia (che segna un rosso di 196,8 milioni) pesano sulle holding del gruppo di De Benedetti, Cir e Cofide. La prima chiude il 2012 con una perdita netta consolidata di 33,1 milioni , rispetto agli utili da 9,7 milioni dell’anno prima. Il Cda proporrà all’assemblea di non distribuire dividendi. Cofide ha registrato nel 2012 un risultato netto negativo per 57,6 milioni, dopo l’utile di 1 milione segnato l’anno prima. I ricavi superano i 5 miliardi, in crescita dell’11,9%. Capitolo banche. Banca Imi (Intesa Sanpaolo) chiude il 2012 con un utile netto consolidato in crescita del 24,4% a 642,5 milioni di euro ed un margine di intermediazione di 1,48 miliardi di euro, in aumento del 24,7%. Il risultato della gestione operativa è in rialzo del 28,6% a 1,13 miliardi di euro. Infine, la fondazione Crt ha garantito, nel 2012, erogazioni complessive per il territorio per oltre 43 milioni di euro utilizzandone 34 dal fondo di stabilizzazione. L’esercizio 2012 chiude con un avanzo di 12 milioni, contro i 7 del 2011.


Francesco Spini
 


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