Gaetano Miccichè

Rassegna stampa 2013

Alitalia, subito i soldi in cassa

  - MF

Dopo l’assemblea fiume che all’alba del 15 ottobre ha portato all’approvazione unanime dell’aumento di capitale, nelle casse dell’Alitalia sta cominciando ad affluire la prima liquidità. I soci hanno tempo fino al 15 novembre per sottoscrivere le azioni di nuova emissione, ma alcuni si stanno già muovendo in soccorso della compagnia. Come Intesa Sanpaolo, il cui consiglio di gestione ha appena deliberato un impegno di 76 milioni di euro a favore di Alitalia. Di questi, 26 milioni sono destinati alla sottoscrizione dell’aumento per la sua quota, circa il 9%, mentre gli altri 40 milioni andranno a garantire l’inoptato, “una volta che le eventuali azioni rimaste inoptate nei 30 giorni previsti per l’esercizio dei diritti di opzione siano state sottoscritte dai soci, che avranno sottoscritto tutte le nuove azioni di loro spettanza, e da Poste Italiane fino a concorrenza della propria garanzia di massimi 75 milioni di euro”. Ma per non lasciare Alitalia a corto di liquidità Intesa anticiperà questa cifra, che verrà subito versata nelle casse ormai semivuote del vettore aereo italiano. Altrettanto dovrebbe fare Unicredit con altri 50 milioni di euro. Certa, secondo fonti finanziarie, l’adesione all’aumento da parte dell’Immsi di Roberto Colaninno e di Atlantia (Benetton).

Ma è Air France-Klm a rappresentare ancora la maggiore incognita. Per Gaetano Miccichè, dg di Intesa, Parigi resta il partner naturale di Alitalia, ma dal quartier generale franco-olandese ancora non arrivano segnali chiari. Così, per capire meglio le intenzioni transalpine ed esaminare le eventuali modifiche al piano industriale, l’amministratore delegato Gabriele Del Torchio è andato ieri a incontrare il ceo di Air France-Klm, Alexandre De Juniac, assieme all’amministratore delegato di Poste, Massimo Sarmi. La missione sarebbe dovuta rimanere riservata e il fatto che sia stata resa nota ha creato qualche imbarazzo a Palazzo Chigi per timore che venisse vista come una resa incondizionata ai franco-olandesi. In realtà si è parlato anche delle possibili sinergie e del ruolo che Poste potrebbe avere una volta definito il nuovo assetto azionario (con la conseguente uscita di alcuni consiglieri) e la governance. Le condizioni messe sul tavolo dai francesi prevederebbero per Alitalia un ruolo da carrier di breve e medio raggio, destinato ad alimentare gli hub di Parigi e Amsterdam per le destinazioni di lungo raggio. Per questo Del Torchio dovrebbe rinunciare alle nuove rotte intercontinentali e al potenziamento della flotta.

Intanto Giovanni Gorno Tempini, amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti, ha chiarito il perché del suo no a investire in Alitalia: “L’azienda non ha le caratteristiche di equilibrio economico-finanziario adatte per essere guardata dalla Cassa”.

Bruxelles invece attende la notifica dell’operazione da parte dell’Italia. “Il fatto che non sia intervenuto direttamente lo Stato, ma un’impresa pubblica (Poste, ndr), non esclude a priori che possa trattarsi di aiuto di Stato”, hanno fatto sapere dagli uffici del commissario Ue alla concorrenza, Joaquìn Almunia.


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