Rassegna stampa 2013
Alitalia, sì dei soci ma Air France resta alla Finestra
Soci di Alitalia compatti sull'aumento di capitale. L'operazione ha ottenuto l'unanimità in assemblea, Air France-Klm compresa. Che ieri ha ricevuto la visita di Massimo Sarmi, ad di Poste Italiane, per un incontro di affari con Alexandre de Juniac ad della compagnia franco-olandese. dal carattere tecnico, durante il quale i due «hanno trovato una profonda sintonia» e una «intesa sulle possibilità di sinergie industriali di gruppo». Con un occhio particolare, al pesante indebitamento della compagnia italiana, la cui ristrutturazione sarebbe una delle condizioni fissate dal partner d'oltralpe. Un incontro che potrebbe aprire una fase di collaborazione fra i due principali azionisti di Alitalia, visto che de Juniac ha già annunciato l'intenzione di voler ricambiare la visita a Roma.
Ora c'è un mese di tempo, fino al 14 novembre, per capire chi e in che misura deciderà di aprire davvero il portafoglio. Intanto, sull'operazione Poste pende l'accusa di protezionismo fatta da British Airways, che il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni liquida come frettolosa, ma l'Ue, facendo sapere che non ha ancora ricevuto nessun reclamo, avverte che l'aiuto di Stato «non si esclude per il semplice fatto che Poste è un ente privato».
Il via libera all'aumento di capitale fino a 300 milioni deliberato dal cda dell'11 ottobre, è arrivato l'altra notte al termine di un'assemblea fiume durata oltre 10 ore (dopo un cda di altre tre ).
Nonostante la visita parigina di Sarmi, resta l'incognita Air France-Klm, che sarebbe intenzionata ad aspettare fino all'ultimo prima di decidere se versare la propria quota di 75 milioni.
Se Parigi decidesse di non partecipare (per la stampa le possibilità di adesione al momento sono al 50%), l'operazione dovrebbe non essere a rischio. Per quanto riguarda i soci italiani, sono possibili le prime adesioni già oggi. L'eventuale inoptato, sarà coperto fino a 175 milioni da Poste (per 75) e dalle banche Intesa SanPaolo e Unicredit. Intesa ha fatto sapere che l'impegno massimo all'aumento è di 76 milioni complessivi, di cui 26 in sottoscrizione e 50 di garanzia per l'eventuale inoptato. E dal dg di Intesa (che ha l'8,9% di Alitalia) Gaetano Miccichè arrivato l'augurio che «ci sia la sottoscrizione più ampia possibile, e che lo faccia anche Air France, partner naturale».
La discussione in assemblea, a quanto si apprende, si sarebbe incagliata sul nodo del valore della società, che comporta cambiamenti nel valore delle quote dei vecchi azionisti: un valore che i soci avrebbero fissato in 50 milioni.
Aggiungendo anche i 300 dell'aumento di capitale appena approvato e i 95 di prestito obbligazionario sottoscritto a febbraio, il valore dell'azienda salirebbe a 445 milioni.
I consiglieri, inoltre, in vista del possibile mutamento degli assetti proprietari dopo l'aumento, hanno annunciato di essere pronti a rassegnare le dimissioni a operazione conclusa.
Prosegue intanto il dibattito sul protezionismo innescato dall'attacco di ieri della concorrente British Airways (mentre Lufthansa dice che al momento non intende protestare formalmente con Bruxelles). L'Ue spiega che per l'eventuale investimento di Poste «va considerato l'insieme degli elementi» per valutare se rappresenta un aiuto di stato, che «non si esclude per il semplice fatto che è un ente privato». Ma dal governo smorzano le polemiche: al ministro Flavio Zanonato non sembrano fondate le critiche: «non si può parlare di aiuto di Stato, è una operazione strettamente industriale».