Gaetano Miccichè

Rassegna stampa 2011

Palermo in festa per Gerlando Miccichè

  - Il Sole 24 Ore

La cornice è quella della splendida Villa Igiea. E non poteva essere altrimenti. Perché le 90 candeline spente mercoledì 16 febbraio da Gerlando Miccichè sono anche la celebrazione dell'autobiografia di una città, Palermo appunto. L'uomo che ha segnato un'era del Banco di Sicilia, con la carica di vicedirettore generale, ha festeggiato il suo compleanno circondato dai figli, nuore, nipoti e pronipoti, e qualcosa come 500 invitati. E pensare che in prima battuta la famiglia voleva celebrare i 90 anni di papà Gerlando tra pochi intimi. Impresa ardua per la storia del banchiere che si identifica come memoria storica e punto di riferimento imprescindibile per il tessuto produttivo dell'isola siciliana. Sono stati i suoi quattro figli, i quattro "G", a preparare gli inviti della grande festa: il primogenito Gaetano, direttore generale di Intesa Sanpaolo e amministratore delegato di Banca Imi; Guglielmo, vicepresidente del Palermo; Gianfranco, sottosegretario della presidenza del consiglio con delega per il Cipe, e il più giovane Gabriele, a capo di una società di editoria e comunicazione. Naturale che il parterre degli invitati fosse un elenco di firme di richiamo non soltanto palermitano, viste le ramificazioni della famiglia nei palazzi del potere politico e finanziario. Non poteva mancare all'appuntamento il sindaco di Palermo Diego Cammarata, l'ex presidente della Provincia di Palermo e dal 2008 parlamentare dell'Assemblea regionale siciliana Francesco Musotto, e l'intero mondo dell'imprenditoria e della finanza siciliana. Papà Gerlando, del resto, nel ruolo di vicedirettore generale del Banco di Sicilia, negli anni aveva costruito una vasta rete di relazioni. Tante e a più livelli, diventando un gran protagonista degli intrecci tra finanza e imprenditoria nell'isola. E se in passato lo era stato da "one man show", oggi, che ha raggiunto il traguardo dei 90 anni, lo continua a fare attraverso i figli. Personaggio singolare e carismatico, protagonista della storia di Palermo dagli anni Trenta del secolo scorso, juventino implacabile (lascerà ai figli la libertà di scegliere la squadra del cuore con esclusione, previe giuramento, dell'Ambrosiana Inter), Gerlando all'età di appena 17 anni si ritrova "capofamiglia". Alla morte del padre Gaetano deve prendersi cura dei quattro fratelli, della madre Giannina e di due zie: le leggendarie Silvia, che gli trasmetterà l'amore per la lettura, e Teresa, cuoca straordinaria. Vivono in un appartamento di via Ugdulena a fianco di viale della Libertà allora punteggiato da superbe ville liberty. Cresciuto negli anni del fascismo, se ne distaccherà più per ragioni "di buon gusto" che per vero e proprio antifascismo militante. Laureatosi in Giurisprudenza e Scienze Politiche, nel 1946 e 1947 è segretario particolare di Vittorio Emanuele Orlando a Roma. L'ingresso nel Banco di Sicilia arriva in quegli anni e da qui si congederà con la carica di vice direttore generale. La carriera è tutta interna: nel '66 è direttore della sede di Palermo. Dal 1986 al 1991 è presidente della Banca del Sud con sede a Messina. Dotato di una memoria prodigiosa, appassionato di arte e letteratura, grande giocatore di bridge (campione italiano a squadre libere nel 1960 e 1961), raffinato melomane con una predilezione per Richard Strauss (leggendarie le "serate musicali" organizzate in casa con Mariulla) ha sempre affermato di avere improntato la sua vita - e l'educazione dei figli - all'insegna della sostanza e del titolo di un articolo di Luigi Einaudi: «Il vantaggio di non possedere materie prime».

 


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