Rassegna stampa 2011
I Miccichè festeggiano il patriarca. Novanta candeline e 500 VIP
È la festa di un patriarca, ma è anche l'autobiografia di una città, la celebrazione di una borghesia che ha dentro destra e sinistra, governo e ribellione, impegno e disimpegno. A tenere tutto insieme c'è la vita di Gerlando Miccichè, novanta candeline spente tra i quattro figli, gli otto nipoti, il pronipote e 470 invitati. Tutti a Villa Igiea, ad abbracciare l'uomo che ha segnato un'era del Banco di Sicilia, conia carica di vicedirettore generale, ma anche il cinefilo, il bibliofilo, l'appassionato di musica, di calcio, di arte, di latino, l'animatore dei circoli Lauria ed Unione. Una memoria che sfida il tempo se ancora ieri mattina, dal telefono della sua casa di piazza Politeama, rispondeva alle domande più incredibili, su chi fosse quell'attrice in quel film del '48, su come si chiamasse quel violinista di un'indimenticabile esecuzione. Nel cartoncino della serata, a invitare sono i quattro figli del patriarca, i quattro "G": il primogenito Gaetano, direttore generale di Intesa San Paolo e amministratore delegato di Banca Imi; il vicepresidente del Palermo Guglielmo; il sottosegretario Gianfranco; e il più giovane, Gabriele, alla guida di una società di editoria e comunicazione. Tutti diversi, tutti eredi di un talento del padre, da Guglielmo che fa il baciamano a Gianfranco che recita la parte del guascone: «Coraggio, succhiamoci tutti la pancia», ordina ridendo nella foto di gruppo. Poi una battuta a cronista e fotografo: «Non siete ospiti, quindi, mi raccomando, non mangiate». Mangiano e bevono, invece, e con gusto, gli invitati, tra cui il sindaco Diego Cammarata e la moglie Marida, a conferma del disgelo in corso tra lui e Gianfranco, dopo un anno di tensioni e accuse. E poi c'è di tutto, dalla politica con Francesco Musotto all'imprenditoria del vino, con Lucio Tasca, Gigi e Diego Pianeta, dal capo storico di Ina Assitalia Mario Filippone al manager appena defenestrato dal Civico, Dario Allegra, con il fratello Adolfo. E ancora i circoli Lauria e Unione al completo, il mondo del Fai con Giuseppe Barbera ed Emanuele Tortorici di Raffadali, gli amici del bridge. Ma anche medici, musicisti, giornalisti, capelli bianchi e giovani coppie. Invitate da Gianfranco le ministre Mara Carfagna e Stefania Prestigiacomo, sul cui arrivo non c'era certezza fino a sera. Manca Mimi La Caverà, il primo presidente di Confindustria Sicilia, 93 anni, forse il miglior amico del festeggiato, vittima di una brutta caduta pochi giorni fa. E manca anche per un imprevisto Maurizio Zamparini, il presidente del Palermo, «che però gli ha fatto avere in regalo una maglia rosanero con le firme di tutti i giocatori», racconta Guglielmo. Si fa prima a dire che cosa non abbia ricevuto: quadri, oggetti d'arte, cristalli di Lalique e di Baccarat, sue grandi passioni, dischi, libri. A tenere le fila della festa, la nipote Mariulla, primogenita di Gaetano, anche lei al lavoro in banca (alla Monte dei Paschi), «ed era inevitabile che ci finissi», dice con un sorriso. «La prima idea - racconta - era quella di una festa in famiglia, e saremmo stati già tanti. Poi abbiamo capito che il nonno aveva voglia di festeggiare anche con i suoi amici. Così un mese fa ci siamo messi all'opera, e la lista ha cominciato a lievitare fino a raggiungere quasi cinquecento nomi». Così eccoli qui, gli invitati - una trentina dei quali arrivati da Roma, Firenze, Milano – godersi le delizie offerte nelle sale che prospettano sul mare, la Belle Epoque e quella dedicata a donna Franca, con il ritratto di lady Florio firmato Boldini a troneggiare. Buffet con tavoli d'appoggio, un tripudio di golosità: formaggi, salumi, quiche, mini-caponate, piccola rosticceria siciliana, verdure, cartocci con calamaretti fritti, tutto curato da Villa Igiea e servito da una quarantina di camerieri. Vini Regaleali, Cusumano, Tasca, Pianeta. Poi due primi. E infine la torta, con novanta candeline spente da Gerlando e dal piccolo Salvatore, il pronipote di cinque anni, figlio di Mariulla. «Auguri nonno». Abbracci e qualche lacrima.