Rassegna stampa 2006
Banca Intesa: “In due anni la Rodriquez andrà in Borsa”
MILANO. “Credo che entro due anni la Rodriquez sarà pronta per la Borsa”. Ad annunciarlo per la prima volta Gaetano Miccichè, responsabile della divisione “corporate” di Banca Intesa nonché braccio destro di Corrado Passera, amministratore delegato dell’istituto di credito. Miccichè è la persona che ha in mano i dossier più importanti della banca (Fiat, Telecom, Piaggio per citarne alcuni) e che siede ai tavoli con persone del calibro di Tronchetti Provera, Moratti, Benetton, Montezemolo, Cimoli e che guida una struttura che da sola vale quanto la quarta banca del paese. Miccichè, palermitano, ha diverse ragioni di affetto verso i cantieri navali messinesi. Un po’ perché la sua carriera, dopo una iniziale esperienza alla Cassa di Risparmio, è cominciata proprio alla direzione finanza della Rodriquez, un po’ perché insieme a Roberto Colaninno, è il regista del rilancio dell’azienda che, all’inizio degli anni ’90, era stata coinvolta nel crack del gruppo Cameli di Genova che ne aveva rilevato la proprietà dagli eredi del fondatore. “Per molti versi – dice Miccichè –il rilancio della Rodriquez è nato proprio in questi uffici a Milano. Colaninno aveva ormai ristrutturato Piaggio e chiedeva di altre occasioni d’investimento. Gli parlai della Rodriquez e qualche settimana dopo l’operazione era conclusa”. Oggi l’azionariato è diviso tra la Immsi dell’industriale mantovano (61%), Banca Intesa (24%) e la vecchia proprietà costituita da General Electric (15%).
D. La Rodriquez in Borsa più che una prima è una replica. L’altra volta finì male con perdite generalizzate per i piccolo azionisti. E adesso?
R. “L’azienda ormai è risanata. Ha appena vinto una commessa per cinque catamarani in Oman. Un risultato importante non solo perché è un lavoro che da solo vale 90 milioni di dollari che farà quasi raddoppiare il fatturato ma soprattutto perché dopo l’Oman potrebbero arrivare altre opportunità in medioriente. Significherebbe entrare in un ‘area affacciata sul mare e molto ricca. Un’occasione importante a dimostrazione che ormai Rodriquez è un riferimento mondiale nella costruzione di naviglio veloce. Sta partecipando a importanti gare in Europa e se vincesse anche queste commesse avrebbe consacrata la sua leadership assoluta”.
D. Il ruolo di Banca Intesa in questa operazione?
R. “Abbiamo assistito la Rodriquez nella strutturazione delle operazioni finanziarie collegate al contratto di fornitura. Inoltre insieme a Capitalia e Unicredit abbiamo fornito le garanzie richieste dal governo dell’Oman. Non è un caso che alla cerimonia di assegnazione della commessa era presente Luigi Alfieri, responsabile dell’area centro-sud della nostra divisione corporate. È il manager che riettamente ha seguito tutto l’affare”.
D. Ma che cosa è esattamente la divisione corporate di Banca Intesa che dipende da lei?
R. “è stata costituita nel 2002 e si occupa dei grandi clienti. Vale a dire le aziende con un fatturato superiore ai 50 milioni di euro. Date le dimensioni di Banca Intesa praticamente non esiste impresa di medie e grandi dimensioni per cui non lavoriamo. Siamo presenti anche all’estero con una rete che copre una ventina di Paesi. Di recente siamo arrivati anche in Cina. Abbiamo 16.500 clienti cui dedichiamo il lavoro di tremila professionisti. 2.400 in Italia e il resto sulla rete internazionale. Al 31 dicembre il volume degli impieghi raggiungeva i 47 miliardi di euro”.
D. Questo modello è applicabile al Mezzogiorno?
R. “Certamente sì. Soprattutto è un modello di gran lunga più efficiente della Banca del Sud recentemente costituita. Credo che non serva a molto una iniziativa con cento milioni di euro di patrimonio e il consiglio d’amministrazione formato, fra l’altro, da esponenti di antiche famiglie nobiliari chiamati solo per onorare la memoria di vecchie dinastie meridionali. La costituzione della Banca del Sud era un’ottima occasione per consultare professionisti che conoscessero bene tanto la realtà del Mezzogiorno che il funzionamento delle Banche d’affari ed è un peccato che non sia stato fatto”.