Gaetano Miccichè

Rassegna stampa 2003

I dossier di Intesa

  - Milano Finanza

Sulla sua scrivania passano i dossier che riguardano il futuro delle principali aziende italiane, dalla Fiat a Pirelli, alla Piaggio, tanto per fare solo qualche nome. Gaetano  Miccichè, 53 anni, un’esperienza di risanatore di aziende, (Cameli, Santavaleria), grazie a Corrado Passera è passato dall’altra parte ritornando alle origini visto che il primo impiego fu al Banco di Sicilia. Dal maggio 2002 Passera l’ha preso in Intesa alla guida del merchant banking, responsabilità ampiata a ottobre scorso col large corporate al quale si è aggiunta prima dell’estate la finanza strutturata. Miccichè occupa in piazza Scala, nella sede monumentale della ex Comit, la stanza che fu di Pietro Grandjacquet ed Enrico Beneduce, due degli a.d. della vecchia bin degli anni 90. È in maniche di camicia rigorosamente bianca come la cravatta sempre blu, seduto al tavolo riunioni dominato da un quadro di Inganni raffigurante piazza Scala innevata, riesce a essere affabile e cordiale senza violare il dovere-obbligo della riservatezza tipica dei banchieri e molto cara a Passera. Alle sue spalle un camino richiama l’austerità del palazzo. Come rivela in questa intervista a Milano Finanza, la prima concessa da quando riveste il delicato incarico, di cose fatte e da fare ce ne sono tante.
Domanda. Può fare un bilancio?
Risposta. Le aree assegnatemi rappresentano una significativa parte della divisione corporate e soprattutto racchiudono alcune fra le migliori professionalità. Il merchant banking contiene le partecipazioni strategiche (Olimpia, Italenergia bis,  Fidis, Rcs), il private equity, mentre il large corporate e la finanza strutturata gestiscono le relazioni con i grandi clienti e forniscono agli stessi servizi più innovativi e moderni. I risultati di quest’ultimo anno si sono potuti realizzare grazie anche alla stretta collaborazione col direttore generale crediti Pierfrancesco Saviotti, con il quale ci si confronta su tutte le operazioni.
D. In considerazione del disimpegno dalle attività estere del gruppo Intesa, qual è stata la ricaduta sulla sua direzione?
R. I numeri del 2003 risultano migliori di quelli del 2002 sia per quanto riguarda il margine di interesse, sia per quanto riguarda il margine da servizi, ciò nonostante la decisione di non intervenire più in finanziamenti estero su estero. I risultati si sono realizzati grazie a un miglioramento della qualità dei servizi forniti e della tempestività delle risposte.
D. Il dossier che sta portando a termine è la vendita del gruppo Piaggio. Intesa è stata tra le banche quella più determinata a chiudere con Colaninno, che pur mettendo i 15 milioni chiede alle banche di convertire in capitale molto di più ma di contare meno. Perché?
R. Intesa è la banca che ha gestito in prima battuta i rapporti tra la società e il pool di istituti. L’offerta di Immsi è risultata la più valida tra quelle presentate sia per quanto riguarda le prospettive industriali e sociali, sia per quanto riguarda la ristrutturazione del debito bancario: infatti alle banche non viene richiesto alcun write off e tutte le somme derivanti dall’aumento di capitale (130 milioni, ndr) saranno destinate al rimborso del debito. La residua esposizione verrà ristrutturata, con tempi di pagamento più brevi degli attuali, e le banche convertiranno circa 120 milioni nella nuova compagnie azionaria.
D. Fiat è l’altro dossier caldo del suo tavolo. Come vede il rilancio del Lingotto visto che Gm pare voglia invalidare la put?
R. Il piano rappresentato dai vertici Fiat appare serio, rigoroso e capace di successo, fermo restando che i risultati previsti nel 2004-06 si basano non solo sulla capacità di riorganizzazione del gruppo e di contenimento dei costi, ma anche sul mantenimento di quote di mercato dipendenti dai nuovi prodotti che verranno lanciati. Per quanto riguarda la put, Morchio ha detto che deciderà l’azienda quando sarà il momento più opportuno per esercitarla.
D. In settembre, come annunciato da Umberto Agnelli, riprenderà la trattativa sul convertendo interrotta a giugno. Intesa pare sia stata tra le banche quella che non avrebbe accettato a giugno la revisione del prestito. Per quali ragioni?
R. Tutte le otto banche del convertendo e la Fiat sono disponibili, nel caso in cui si rendesse necessario, ad aprire un tavolo per modificare il convertendo, ma l’ipotesi non è oggi all’ordine del giorno. Siamo soddisfatti del successo con il quale si è concluso il recente aumento di capitale.
D. Con queste regole del convertendo il prossimo anno voi banche potreste ritrovarvi padrone della Fiat con un valore di carico di circa 11 euro.
R. Ritengo e auspico che non vi siano modifiche nell’attuale struttura di controllo del gruppo Fiat, il che indicherebbe oltretutto l’evidenza dei primi risultati positivi del piano presentato.
D. Rimanendo a Fiat, passiamo a Edison dove Zaleski sta aumentando il suo peso: ha il 15% in Edison, il 20 di leb e i warrant per salire ad almeno il 20% anche nella holding. Qual è il suo ruolo nel gruppo?
R. Zaleski attraverso la Tassara è uno degli azionisti principali, diretti e indiretti, di Edison. È un uomo di notevole esperienza e capacità imprenditoriali e l’ingresso nel board di Edison avvenuto con il pieno consenso di tutto l’azionariato rappresenterà un importante apporto al raggiungimento degli obiettivi della stessa Edison.
D. Il futuro di Edison è nel segno di Zaleski, che oltretutto dispone di opzioni con gli altro soci?
R. No, il futuro di Edison è nelle mani della complessiva compagine azionaria nella quale Zaleski ha un ruolo importante.
D. qual è il senso del comitato strategico istituito in Edison formato da sei membri in rappresentanza dei soci?
R. Supporterà il consiglio nelle decisioni che riguardano la strategia della società. Non è dotato di poteri di gestione e formulerà sue proposte al cda.
D. Lei è presidente di Synesis, la cassaforte delle quattro banche che hanno acquisito Fidis retail da Fiat. L’acquisizione non è ancora stata completata, quando andrà in porto?
R. Entro settembre sarà completata e Synesis rappresenta l’esempio di piena collaborazione tra le quattro banche socie.
D. Intesa e Lazard sono partner strategici e la joint venture operativa si sviluppa attraverso la direzione che lei gestisce. Non c’è competizione?
R. C’è una grande integrazione tra le professionalità e il ruolo di advisory svolto da Lazard è del tutto complementare con i prodotti e servizi di Intesa. Rispetto al passato abbiamo aggiunto un significativo ampliamento alla gamma di opportunità offerte alla clientela large corporate della banca.


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