Gaetano Miccichè

Rassegna stampa 2023

Giovani, leadership del futuro e la forza della velocità

  - Il Sole 24 Ore

All’inizio degli anni 70 le università erano un vero e proprio ascensore sociale per i giovani, l’Italia usciva dal boom economico, l’industria compiva enormi passi in avanti. La centralità delle grandi strutture pubbliche conferiva stabilità e certezza di essere parte di un progetto di crescita; grazie anche all’interazione tra imprese e mondo del credito, vero sostegno della politica industriale del Paese. Si è poi assistito a un cambiamento negli scenari competitivi mondiali con il consolidamento di nuove economie di diverse aree geografiche. Negli ultimi anni, infine, abbiamo vissuto uno stravolgimento senza precedenti e oggi il mondo è in tensione come non lo è mai stato dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Quanto accaduto dal 2020 a oggi dimostra come la discontinuità, purtroppo spesso imprevedibile e del tutto esogena, sia diventata la nuova normalità. La più grande incursione in Israele dal 1973 rischia di trasformarsi in un conflitto prolungato, diventando la principale preoccupazione anche per gli investitori. Il coinvolgimento dell’Iran metterebbe, infatti, a repentaglio l’auspicata normalizzazione dei rapporti diplomatici tra Arabia Saudita e Israele. E ridurre l’offerta iraniana di petrolio senza che l’Arabia Saudita la compensi con un aumento della produzione, creerebbe un nuovo shock sui mercati energetici globali.
In tutto ciò, l’Italia si è difesa meglio rispetto ai competitor europei durante l’ultima crisi energetica: nel 2022 la crescita del Pil Italiano è stata del 3,8% contro il 3,5% dell’area euro e anche quest’anno, secondo i dati di Consensus, dovrebbe essere superiore (+0,8% vs +0,5%). La ripresa degli ultimi due anni si è realizzata anche grazie al rafforzamento delle imprese, ben supportate dal sistema bancario. Le nostre banche, in particolare Intesa Sanpaolo sotto la guida di Carlo Messina, si sono internazionalizzate, hanno creato specifiche competenze e professionalità in numerosi campi nell’interesse delle diverse necessità della clientela e anche il settore del Private equity ha favorito la crescita, le operazioni di fusione, le incorporazioni e le quotazioni.
Resta però ridotta la dimensione delle nostre imprese – sono solo 400 le aziende quotate (il 75% ha una capitalizzazione inferiore a 500 milioni di euro), alcune migliaia sono medie e tantissime piccole – con poco tempo per raggiungere dimensioni adeguate. Abbiamo, infatti, 27 anni per azzerare le emissioni in Europa; 13 per arrivare al “totale elettrico” nella mobilità collettiva; 7 per raddoppiare la produzione di energia da fonti rinnovabili; solo 3 per chiudere riforme e investimenti per oltre 200 miliardi di euro che l’Europa, per la gran parte, ci presta e che si trasformano in debito pubblico: nostro, dei nostri figli, dei nostri nipoti.
Saranno i nuovi skill, che i giovani dovranno fare propri, il vero volano per lo sviluppo e la crescita. E la parola chiave è “velocità”.
I nostri giovani talenti dovranno immaginare come sarà il mondo tra cinque, dieci, quindici anni; prefigurando uno scenario in continua evoluzione, quali tecnologie saranno disponibili, che tipo di opportunità potranno presentarsi.
Oggi il mondo guarda all’IT e alle nuove competenze digitali, la padronanza della lingua inglese e le esperienze di studio, anche all’estero, sono requisiti di base. Curiosità, voglia di apprendere, coraggio, agilità di pensiero, capacità di semplificare, rapidità analitica e decisionale, attenzione agli altri sono le competenze dei manager del futuro. Mai come oggi, abbiamo poi bisogno del leader. E la leadership non è né scienza né talento o ispirazione; è competenza, umiltà a discapito della gerarchia autoritaria e arrogante, capacità di riconoscere il merito e di stabilire relazioni solide per guidare le persone nella risoluzione di problemi complessi, nel perseguimento dell’interesse generale. A tal proposito, Raffaele Mattioli, storico e illustre Presidente della Banca Commerciale Italiana, scrisse nella sua ultima Relazione assembleare agli azionisti: “Cari soci, anche quest’anno il nostro bilancio presenta risultati più che positivi e ne siamo fieri. Ma il nostro principale orgoglio è rappresentato dalla conferma che ancora una volta abbiamo contribuito con il nostro lavoro alla crescita delle nostre imprese clienti e, di conseguenza, dell’economia nazionale. Siamo riusciti ancora una volta a perseguire l’interesse generale”.
Negli scenari attuali la risoluzione di problemi complessi non può attuarsi se non attraverso un vero investimento nelle persone, raccogliendo le migliori professionalità sotto una leadership competente per individuare soluzioni innovative. La differenza, infatti, la faranno sempre e solo le donne e gli uomini con il loro atteggiamento, l’impegno, la passione, il rispetto per il prossimo e il coraggio per le sfide.

 


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