Gaetano Miccichè

Rassegna stampa 2009

Il teatro come scuola che insegna il dialogo tra banche e imprese

  - Provincia di Lecco

Gaetano Miccichè, palermitano, una vita professionale iniziata in banca nella sua Sicilia, proseguita ai vertici di diverse aziende industriali anche quotate in borsa e dal 2002 chiamato da Corrado Passera a tenere le chiavi della Divisione Corporate e Investment Banking di Intesa Sanpaolo; la Divisione che segue le aziende con fatturati superiori ai 150 mln di euro. Un banchiere il cui cuore batte per le realtà aziendali del nostro Paese, di cui ha imparato in prima persona a conoscerne e gestirne le problematiche e a condividerne i successi. Con La Provincia parla di "Racconto Italiano" lo spettacolo teatrale che la Banca porterà domani al Teatro della Società di Lecco.
D. Il senso di questa iniziativa teatrale, sicuramente originale e fuori dall'ordinario.
R. L’idea è nata al termine di una convention interna, nel corso della quale la performance degli attori invitati è stata molto apprezzata e ha lasciato il segno
 in coloro che vi hanno assistito. Perché non ripeterla per un pubblico di clienti e portarla in giro per i teatri italiani? Abbiamo risposto di sì a questa domanda, e ancora prima che la crisi scoppiasse. Questa di Lecco infatti è l'ultima tappa di un vero e proprio "tour", partito da Brescia ad aprile del 2008, che ha toccato le principali città italiane per portare ai nostri clienti sul territorio un messaggio importante: in tutti i momenti della vita di un'azienda e in qualunque periodo attraversino mercati ed economie, la comunicazione tra impresa e banca è fondamentale per costruire e rafforzare un rapporto che non può prescindere dalla fiducia reciproca.
D. Il ruolo di una grande banca in un territorio come quello lecchese, che è invece caratterizzato da una eccezionale presenza di piccole medie imprese?
R. Mi lasci fare una premessa: Intesa Sanpaolo è la prima banca italiana, con una forte presenza internazionale e per struttura, storia ed organizzazione può dire di avere tra i suoi clienti almeno il 90% delle imprese italiane. Grazie a questi fattori, conosciamo bene le esigenze dei nostri clienti e anche degli imprenditori; grandi o piccole siano le loro aziende. Talvolta poi, piccolo può esser meglio di grande anche se è pur vero che esiste un limite minimo alla dimensione per essere competitivi sul mercato. Ma la banca è sempre disponibile al dialogo e a rispondere alle esigenze di ogni tipologia di azienda.
D. Lecco è sempre stata caratterizzata da una bassa percentuale di disoccupazione. La crisi sta creando molti problemi anche in questo senso. Dal vostro osservatorio la recessione sta finendo e la ripresa di cui si parla è autentica? E che conseguenza avrà quando si ripartirà?
R. Il vostro territorio ha dimostrato più volte le straordinarie eccellenze che lo caratterizzano. Il momento e sicuramente difficile ma l'augurio di tutti è che possa durare veramente il meno possibile. Tra l'altro mi lasci dire che rimango convinto che, per quanto grave sia la crisi, questa particolare realtà industriale sia una delle più dinamiche del panorama italiano e che se saprà cogliere le opportunità che momenti come questo inevitabilmente presentano, potrà uscirne ancora più forte di prima.
D. Da più parti, soprattutto le piccole, rilanciano la questione della difficoltà di accesso al credito. Luogo comune oppure anche gli istituti sono più prudenti?
R. La crisi che sta attraversando non solo l'Italia ma tutto il mondo è stata causata dall'approccio talvolta spregiudicato di alcune banche internazionali e anglosassoni e gli effetti negativi di ciò si sono poi riversati anche sui sistemi bancari più avveduti come i nostri. Mi lasci però fare alcune considerazioni; le aziende hanno come obiettivo primario quello di accrescere il proprio fatturato, cosi le banche – in quanto imprese private - vedono crescere i propri utili se continuando a prestare denaro. Intesa Sanpaolo, in particolare, ha già attivato per le piccole e medie imprese linee di credito per 61 miliardi che non sono ancora state utilizzate. Il credito quindi non manca e non è venuta meno la volontà di concederlo. Tengo però a sottolineare che questo deve essere riconosciuto a chi lo merita; non si deve mai chiedere ad una banca di fare cattivo credito.
D. Le imprese cosa devono fare secondo lei?
R. Bisogna anticipare le situazioni di crisi. Ai primi sintomi di difficoltà conviene a tutti mettere le carte in tavola e studiare la soluzione migliore. Diventa importante aumentare la frequenza dei confronti tra le parti. Noi la nostra parte la facciamo, occorre che la faccia anche l'impresa.

 


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