Gaetano Miccichè

Rassegna stampa 2007

La grande partita di Miccichè

  - Banca Finanza

Il nuovo piano d'impresa di Intesa Sanpaolo prevede obiettivi ambiziosi, come la crescita dei ricavi del 7% l'anno, il cost income al 42% al termine del triennio, o come i 100 miliardi di nuovi crediti da erogare entro il 2009. Ma nel nuovo gruppo bancario che sta prendendo il largo dopo la fusione, annunciata questa estate e operativa da gennaio, il settore a cui vengono richiesti sforzi forse superiori alla media è quello del corporate e investment banking. La divisione guidata da Gaetano
Miccichè. Questo per due motivi: il primo è che il settore in questione è quello più esposto alla concorrenza, soprattutto delle grandi banche Usa. Il secondo è legato al personaggio Miccichè: un manager determinato e sicuro di poter affrontare sfide difficili. I proventi operativi della divisione di Miccichè sono fissati in crescita del 7,4% annuo dal 2007 al 2009, con un cost income in calo del 6,6% al 28%, e crediti a clientela in crescita del 10,7% medio annuo. A Miccichè è anche affidata la predisposizione del progetto di fusione di Banca Imi e Banca Caboto, per sviluppare, gestire e distribuire prodotti e servizi di capital markets per i clienti di Intesa Sanpaolo e gli operatori istituzionali. Banca Imi è uno dei principali operatori finanziari italiani, con forte presenza nei collocamenti azionari e obbligazionari, nelle operazioni di finanza straordinaria e nella negoziazione di titoli. Si tratta dell'erede del vecchio Imi e della Sige, la banca d'affari fondata da Gianmario Roveraro negli anni Ottanta, nata per fare concorrenza a Mediobanca. E dotatasi, nel tempo, di una presenza internazionale consolidata, da Londra a New York. Miccichè è uno degli uomini forti della Superbanca nata dalla fusione di Intesa con Sanpaolo: al pari del direttore generale Pietro Modiano è uno dei pochissimi manager ad avere voce in capitolo sui dossier di importanza strategica per la banca e per il Paese. Non a caso le operazioni Alitalia e Telecom sono gestite in prima persona dal manager siciliano, nato a Palermo 56 anni fa e fratello di Gianfranco, deputato di Forza Italia e già viceministro dell'Economia nel secondo dicastero Berlusconi. Miccichè incarna, nel progetto di Intesa, il carattere fondante del gruppo creditizio: quello di essere un partner stabile delle imprese industriali, con l'obiettivo del loro sviluppo. Una caratteristica che lega Miccichè allo stesso amministratore delegato di Intesa, Corrado Passera, attraverso un curriculum che li accomuna nella ricchezza delle esperienze industriali, prima che finanziarie o bancarie. Passera, tanto per citare due casi, arriva dalla scuola Olivetti e dal risanamento delle Poste. Mentre Miccichè, prima di dedicarsi alla banca, aveva risanato due gruppi quali Gerolimich e Olcese. Per questo l'approccio di Miccichè, è assai più simile a quello di un imprenditore. Non a caso il gruppo Intesa Sanpaolo gestisce i suoi grandi clienti (quelli con un fatturato superiore ai 150 milioni di euro) un po' come se fosse un socio invece che una banca. Tanto che Miccichè ha stabilito di incontrare con periodicità mensile o settimanale gli industriali che Intesa segue da più vicino, come Roberto Colaninno, per dirne uno: il risanatore della Piaggio che ha appena concluso con Intesa Sanpaolo un accordo per un finanziamento da 75 milioni che renderà possibile l'apertura del nuovo stabilimento in India. A Miccichè l'arduo compito di trovare una soluzione per il rebus Telecom Italia. A stretto contatto con Gerardo Braggiotti, il banchiere di Intesa lavora da settimane a una soluzione di sistema per Telecom. Nell'ottica di contribuire alle imprese e direttamente al loro sviluppo, Intesa cerca di essere il perno di una cordata italiana per Telecom, che per essere tale avrebbe bisogno di uno o più soci espressamente industriali. L'idea di Intesa era quella di rilevare la maggioranza di una futura newco, per poi spartire anche con eventuali gruppi esteri la governance del gruppo di tlc. Ma le difficoltà del progetto si sono fatte via via più importanti. Anche perché i principali offerenti, gli americani di At&t, si sono alla fine defilati. Per questo, su Telecom, sulla possibilità di portare a casa un risultato di sistema, Miccichè e Intesa Sanpaolo si giocano la prima vera grande partita della superbanca italiana.
 


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