Gaetano Miccichè

Rassegna stampa 2005

Banca Intesa, Miccichè "numero due"

  - Giornale di Sicilia

Gaetano Miccichè, 54 anni, è il nuovo capo della divisione “corporate” di Banca Intesa, il più grande istituto di credito italiano. Sostanzialmente è il comandante in seconda della banca, dopo l’amministratore delegato, Corrado Passera. Dalla sua divisione dipendono tremila persone che sviluppano un giro d’affari di 2 miliardi di euro l’anno. Nel suo ufficio (dove spicca la targa di merito per un corso alla Bocconi) passano tutti i grandi nomi dell’industria e della finanza: da Marco Tronchetti Provera a Sergio Marchionne, dai Benetton a Roberto Colaninno, Gaetano Miccichè appartiene ad una dinastia molto nota a Palermo. I fratelli sono Gianfranco, attuale vice ministro dell’Economia, Guglielmo, direttore del Banco di Sicilia e vice presidente del Palermo Calcio, Gabriele che possiede una casa editrice a Milano. Il collegamento tra Gaetano e Corrado Passera nasce proprio in Sicilia, alla fine degli anni ’80 quando entrambi fanno parte del consiglio d’amministrazione della Rodriquez di Messina.
D. Da allora sono passati quasi diciotto anni. Che cosa è successo nel frattempo?
R. “Io venivo dalla banca. Avevo lavorato alla Cassa di Risparmio dove ero diventato responsabile della clientela corporate. Avevo anche conseguito un master all0Università Bocconi di Milano. Il corso era durato 16 mesi fra l’84 e l’85 e il risultato era stato molto soddisfacente e da questo traguardo è partita la mia carriera vera e propria”.
D. Perché?
R. “Nel 1989 sono andato in Rodriquez e ho incontrato Corrado Passera con cui è nato un rapporto di grande stima e fiducia. Ci lasciammo a Messina ripromettendoci di lavorare insieme”.
D. Poi però le strade si sono divise.
R. “Sono venuto a Milano nel 1992 occupandomi di importanti ristrutturazioni aziendali: il gruppo Gerolimich che faceva capo alla famiglia Cameli, la Santavaleria dei Varasi e da ultimo il Cotonificio Olcese. Il lavoro di ristrutturazione era sostanzialmente finito nel 2001”.
D. E che successe?
R. “All’inizio del 2002 mi telefonò Passera dicendomi che era stato chiamato a ricoprire la carica di amministratore delegato di Banca Intesa. Mi chiese se volevo andare a far parte della squadra che stava mettendo insieme. A giugno l’ho raggiunto”.
D. Di che cosa si occupava?
R. “In principio seguivo i grandi clienti italiani e internazionali della banca. Complessivamente aziende ai quali l’istituto aveva prestato oltre 40 miliardi di euro”.
D. L’ascesa in Banca Intesa è stata rapidissima. In pratica ogni sei mesi una promozione…
R. “In effetti le mie responsabilità sono cresciute molto in questi due anni, ai grandi clienti si è aggiunto tutto l’estero, da Londra a Hong Kong nonché la responsabilità di tutte le partecipazioni industriali della banca”.
D. Gli affari più importanti passati dal suo tavolo?
R. “Telecom, Fiat, Edison, Benetton, Prada, Versace, Piaggio, My Agusta, tanto per citarne alcune”.
D. E in Sicilia?
R. “Come Banca Intesa siamo tra l’altro importanti azionisti della Rodriquez. Abbiamo aiutato la Immsi di Roberto Colaninno. Insieme a noi c’è un colosso mondiale come General Electric”.
D. I rapporti con Palermo?
R. “Mio padre Gerlando vive ancora in città. Torno a casa meno frequentemente di quanto vorrei”.
D. Suo fratello Guglielmo è vicepresidente del Palermo Calcio. Tuttavia il mouse del suo computer in ufficio è di colore rossonero. Ha tradito la vocazione di famiglia?
R. “Confesso che il cuore batte da sempre per il Milan. Tuttavia con il Palermo in A, quando sono in Italia, trascorro tutte le domeniche a casa a vedere le partite dei rosanero. Sta facendo un grande campionato. Spero che ottenga i grandi risultati che tutta la città merita”.


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